lunedì 19 dicembre 2011

Mediterranean Jig

Inizia adesso, col vero freddo, la stagione preferita dagli appassionati di vertical jigging!

Un po’ per l’avvicinarsi della stagione degli accoppiamenti, un po’ per il termoclino che risulta favorevole proprio alle quote tipiche da vj, sta di fatto che da ora in avanti le catture fioccano ad ogni latitudine!

I Mediterranean Jig, che abbiamo messo a punto con Olympus, in realtà non subiscono alcuna flessione di rendimento, proprio per la loro natura, in alcun periodo dell’anno..tant’è che in ogni stagione si registrano catture di ogni genere e dimensione e ad ogni quota batimetrica! Dal pagello, al pagro, dal dentice, alla tanuta, per passare a scorfani, san pietro e musdee, fino ad arrivare ai grandi serranidi e ai grandi pelagici, le fedeli riproduzioni delle prede congeniali ai nostri amati predatori, non falliscono praticamente mai!!

Trovo entusiasmante e gratificante, mettere in pesca degli artificiali di concezione mediterranea, sapendo con ampio margine di “certezza” che se non pescano è soltanto perché il pesce non c’è o non è interessato (tenendo anche in buon conto che lo sarebbe ancora meno con esche dal minore potere attrattivo..).

Dall’estate prossima farò base sull’isola di Pantelleria, dove ho creato un CENTRO PESCA, e tutte le novità in fatto di esche, attrezzature e tecniche, saranno certamente messe a dura prova dalla particolare abbondanza di prede di taglie “MAXI” presenti intorno all’isola e sulle tante secche e relitti disseminati intorno ad essa..

Spero ovviamente di avere l’opportunità di portare a pesca moltissimi pescatori sportivi, amanti delle avventure più entusiasmanti e di vacanze speciali su un isola che appassiona anche in quelle giornate di maltempo in cui si può rimanere “terrestri” a godere delle sue tante meraviglie.

In particolare i Mediterranean Jig avranno vita dura nei mesi che vanno da maggio a settembre sulle grandi ricciole, tonni e pesce spada, e soprattutto grandi sparidi di ogni genere e i famosi “coccodrilli” del Canale di Sicilia..le grandi cernie canine!

Nel frattempo, aspettando i primi tepori estivi, mi concederò alcune giornate di tempo più stabile per affinare alcune esche di nuovissima concezione, che faranno appassionare tutti gli appassionati di pesca dalla barca ai grandi predatori..e cercherò di ultimare i lavori cartacei che riguardano “TUTTI I SEGRETI DEL LIVE KAB” e “ LA MINI ENCICLOPEDIA DEI WAYPOINTS SICILIANI SOMMERSI”.

Tornando ai nostri MEDITERRANEAN JIG ed al buon esito di ogni battuta di pesca, tra le raccomandazioni che mi corre l’obbligo di dare ai meno attenti all’importanza dei dettagli, ci sono alcune regole sulle attrezzature che occorre tenere sempre bene a mente:

LE DIECI SEMPLICI REGOLE PER LE ATTREZZATURE DA VERTICAL JIGGING

1) i nodi vanno sempre eseguiti e controllati correttamente prima di mettersi in pesca

2) multifilo e fluoro carbon devono sempre essere proporzionati alla preda che cerchiamo di insidiare

3) occorre sempre controllare che il terminale da 8/10 mt in fluoro carbon non sia rovinato o opacizzato..in tal caso va sostituito senza esitare

4) i Jig devono essere sempre il meno sciupati possibile per conservare lucentezza e livree necessarie per risultare più catturanti

5) ami ed assist vanno controllati per scongiurare eventuali abrasioni sul cordino o punte poco affilate

6) la frizione del mulinello va sempre tarata in modo adeguatamente tenace tale da garantire una ferrata


sabato 3 dicembre 2011

Il Blog di Mattidapescare: PESCA A TRAINA COSTIERAdi...

Il Blog di Mattidapescare:
PESCA A TRAINA COSTIERA

di...
: PESCA A TRAINA COSTIERA di Canepa Francesco In questo periodo la molta mangianza che si è' venuta a trovare nel ...

PESCA A TRAINA COSTIERA

di Canepa Francesco

In questo periodo la molta mangianza che si è' venuta a trovare nel nostro mare spinge tutta la catena alimentare a nutrirsi. E' per questo che molti tonni rossi, alleterati, e tombarelli, si sono spinti a ridosso delle nostre coste. Raramente si assiste ad uno spettacolo cosi imponente con grosse mangianze, gabbiani, e soprattutto tonni che saltano fuori dall'acqua impazziti ed in forte fermento alimentare.

E' chiaro che le regole vanno rispettate: nessuno ci vieta di pescare tonni rossi, ma abbiamo l'obbligo ed il dovere di rilasciarli, magari dopo una bella foto.

Dopo questo monito, veniamo all'aspetto tecnico che ci permette di insidiare i tombarelli che, anche se non pregiatissimi sotto l'aspetto alimentare, rappresentano un puro divertimento sia a traina che a spinnig.

Per quanto riguarda la traina, personalmete preferisco insidiare il tombarello trainando cucchiaini (tipo abugarcia da 12mm), piume bianco-rosse o jet alla velocità di 5 nodi e mezzo - sei.

Possiamo usare anche lenze a mano, ma risulterebbe molto rischioso il recupero, filando una trentina di metri di 0,40 girella, altri 15 metri del 0,37 ed un finale in fluorocarbon di due o tre metri con un cucchiaino come artificiale . Intorno ai 25 metri piazzo un piombo affondatore a sgancio rapido da 100- 150 grammi.


Consiglio canne con un carico di 4 -10 libbre, si possono utilizzare sia mulinelli rotanti che fissi. L'utilizzo del multifibra ormai ha scalzato definitivamente il nylon, anche se i costi si mantengono sempre elevati. Personalmente utilizzo due canne, una con mulinello a bobina fissa (un Sargus 6000) con trecciato diretto sino alla girella, quindi, un terminale di un paio di metri in fluorocardon a cui, come artificiale, inserisco un jet e lo lascio pescare quasi a galla ad una sessantina di metri dalla barca.Nell'altra canna utilizzo un mulinello a bobina rotante con un nylon da 20 libbre (tdl 20 shimano ) a cui fisso una girella ed un treminale di un paio di metri con una piuma a testa piomabata rossa come artificiale, affondata tramite un piombo a sgancio rapido
posto ad una ventina di metri, e la filo in mare per 45 - 50 metri.

La sportività dello spinning spinge molti appassionati a ricercare le mangianze per mettere in pratica questa meravigliosa tecnica . Il sistema pescante va bilanciato in maniera molto accurata, possiamo catturare tombarelli anche di 5 chilogrammi. Oltre ai cucchiaini, minnows, ecc il mini jig è l'artificiale più utilizzato perchè affonda velocemente e permette di sondare più strati d'acqua.
I colori sono relativi perchè, in forte mangianza, poco importa la colorazione.

venerdì 28 ottobre 2011

Invia un sms al 45500 per la popolazione colpita


Il nostro pensiero in questo momento e' rivolto alla catastrofe che ha colpito le nostre amate perle delle 5 Terre e dell'entroterra spezzino....Puo' la forza devastante della natura a cancellare paesi e vite in un attimo ? Puo' un destino beffardo cancellare sacrifici di una vita di persone che per il loro paese hanno dato tutto ? Quanto incide la mano dell'uomo in tutto questo......domande che non riusciremo mai a risponderci......il nostro blog e' vicino alle popolazioni colpite ed invita tutti a mandare un sms al 45500 per donare 2 euro alla popolazione colpita dall'alluvione


martedì 27 settembre 2011

L'EDITORIALE


Gli amanti del caldo , delle belle giornate lunghe e soleggiate si devono in parte rassegnare, il clima cambia ed inesorabilmente ci avviamo a quella fase pre autunnale che, pero' , per noi che viviamo la pesca nel meraviglioso Golfo dei Poeti risulta la migliore .
Grosse ricciole , lecce e tutte le specie pelagiche cominciano ad avvicinarsi in maniera massiccia alla costa per regalarci meravigliose giornate di pesca a traina . Pagelli, manfroni sono le prede di questo periodo per gli amanti del bolentino e la presenza di questi sparidi si protrarra' per tutto l'inverno. A fine mese comincera la caccia ai polpi ed alle seppi.....insomma l'estate comincera' lentamente a lasciarci ma entreremo nel periodo dove la pesca puo' essere praticata a 360 gradi

Francesco Canepa

giovedì 4 agosto 2011

...Mi scuso con gli amici di mattidapescare ma, per problemi tecnici,in agosto il sito non verra' aggiornato almeno sino al 20 ... scusate di nuovo.....mattidapescare vi augura buone ferie a tutti !

venerdì 22 luglio 2011

COMUNICATO STAMPA

DELL’ASSOCIAZIONISMO MARE GOLFO DEI POETI

Siamo alle solite!!! Anche alcuni rappresentanti istituzionali locali vogliono penalizzare ulteriormente “il diportismo spezzino” presentandosi come “salvatori della Patria”.

Abbiamo letto con amarezza l’uscita sulla stampa cittadina del Presidente del Consiglio Comunale, già noto per l e sue stranezze nel passato.

Il fatto ultimo è l’idea proposta di una tassa sui rifiuti da applicare al diportismo; niente è impossibile! Ma bisogna sapere che già attualmente a molte concessioni demaniali marittime è applicata la tassa sui rifiuti. Allora necessita capire se tale proposta è simile a quella a suo tempo applicata dalla Regione Sardegna e/o altra cosa.

Insomma nella confusione che permane in questa città ed in questo golfo i poveri diportisti pare siano continuamente oggetto di attenzioni negative che si aggiungono alla già insostenibile situazione degli schiaccianti divieti che impediscono il godimento del loro mare. (Si vuol forse arrivare all’espulsione dei dipartisti spezzini per favorire i diportisti di altre Province?)

Considerato gli impegni assunti da anni dagli Enti Locali e Regionali elettivi per riportare equilibrio sul godimento del mare agli spezzini attualmente la situazione non solo ristagna ma si aggrava e nascono proposte che anche se isolate e legittime per noi sono inaccettabili pur nella consapevolezza che la città e gli Enti Locali devono giocare il loro ruolo salvaguardando l’ACAM ed il lavoro dei suoi dipendenti.

Resta però chiaro che l’Ass. Mare Golfo dei Poeti con le sue società ed i suoi soci (circa 2000) valuteranno nei prossimi mesi la credibilità delle attuali istituzioni locali per gli impegni assunti nei nei numerosi confronti degli ultimi anni.

LA SPEZIA 16/07/2011

Associazionismo “Mare Golfo dei Poeti”

ass_mare_golfo_poeti8Al Presidente della Provincia

All’Assessore Regionale Raffaella Paita

Al Sindaco della Spezia

All’Assessore allo Sport del Comune della Spezia

Alla Capitaneria di Porto della Spezia

Oggetto: Il diritto degli spezzini ad usufruire del proprio mare e i divieti nella rada del golfo della Spezia che penalizzano il territorio.

Più volte l’associazionismo “Mare Golfo dei Poeti” si è incontrato, assieme alle società sportive, con le istituzioni in indirizzo e da queste ha ricevuto dichiarazioni di intenti e attestati di impegno su iniziative finalizzate alla restituzione del mare alla comunità spezzina e ad un suo utilizzo il più ampio ed aperto possibile.

Ad oggi, tuttavia, non risulta nessuna azione concreta sugli impegni assunti dagli enti sopracitati.

Con rammarico, infatti, ci troviamo ancora una volta in piena stagione estiva, dove sia le attività di balneazione per i cittadini tutti che il diportismo e la pesca per i pescasportivi in particolare continuano ad essere largamente penalizzati da numerose ordinanze, lacciuoli a volte incomprensibili per chi ama il proprio mare.

Certamente, tale situazione pesa ancora come un macigno non solo sulle società di pesca e sportive, ma anche su tutti i diportisti e i bagnanti.

Tutto ciò comporta un’ulteriore diminuzione della credibilità sulle istituzioni e sul governo del territorio, nonché sulla metodologia dei controlli in mare.

La “Mare Golfo dei Poeti” richiede di organizzare nella sede della provincia della Spezia un incontro pubblico con tutti i soggetti istituzionali interessati ed aperto alla partecipazione dei pescasportivi diportisti e dei cittadini spezzini.

In attesa di risposte concrete,

porgiamo distinti saluti

sabato 11 giugno 2011



Metodo d'affondamento downrigger

"Cannon..io pesco così!!"

Da 20 anni pesco con Cannon downrigger, ho deciso di mettere a frutto la mia esperienza in modo di colmare ai pescatori sportivi mediterranei delle lacune legate alla traina in profondità.
Tutti siamo a conoscenza che Cannon ha progettato gli affondatori per la pesca nelle acque interne Statunitensi … Poi, col tempo, le esigenze sportive hanno spostato l'interesse anche nella pesca in mare.
Stringendo, è uno dei pochi mezzi sportivi che ti permette di far affondare le esche artificiali o naturali alla profondità desiderata e grazie alla pinza a sgancio rapido si riesce ad avere un contatto diretto pescatore/preda senza nessuna zavorra che potrebbe falsare sia il recupero che il combattimento. Questa caratteristica ti permette di affrontare le prede con attrezzature veramente sportive ecco perché la "IGFA" (International Game Fish Association) unica associazione mondiale che detta le regole della pesca sportiva ha omologato questo sistema d'affondamento.
E' bene anche chiarire che la pesca con l'affondatore è dedicata ad un "range" consigliato di profondità che può variare dai -2 fino ai -70 metri, spot ideali dove stazionano le prede mediterranee di fondale. Sottolineo consigliato, per avere un controllo veritiero del sistema pescante… Nulla vieta però di andare a far lavorare le esche ancor più in basso.. Ma difficilmente le prede sportive mediterranee stazionano così profonde. Ricordiamoci che tali "fondaloni" non sono difficili a raggiungere con le zavorre che solitamente equipaggiano gli affondatori ma il difficile è mantenerli con l'imbarcazione in movimento. Maggiore è la velocità e maggiore sarà la distanza tra la poppa e la zavorra; la cosa è riscontrabile tenendo sottocchio l'angolo prodotto dall'inclinazione del cavo. Altrimenti, se l'imbarcazione è equipaggiata con uno scandaglio professionale è possibile avere una riprova della profondità di pesca selezionando una bassa frequenza (minimo 50herz) ed aumentando il guadagno; in questo modo, sul monitor, si riesce a individuare una scia rettilinea che indica la posizione effettiva della zavorra. E' scontato, ma nulla vieta di pescare come si dice in gergo alieutico a mezz'acqua su batimetrie per lo più "off shore" dei 1.000mt., tecnica indicata per insidiare il tonno di branco, lampuga, alalunga e pesce spada.
E' bene far presente che, tramite le innovative pinze multi sgancio, su un unico affondatore è possibile schierare più canne in pesca; è mio uso mettere anche tre pinze sul cavo a differenti profondità in modo da sondare contemporaneamente più fasce d'acqua ed insidiare sia pesci pelagici che pesci di profondità. Con tale metodo capita di avere in simultanea più allamate; grazie alla velocità di risalita del piombo (76 metri al minuto) si riesce così ad avere uno spazio maggiore di combattimento e privo di qualsiasi intralcio.


di Maurizio Pastacaldi


venerdì 29 aprile 2011

Campionati Europeo e Italiano 2011

A.S.D. “Il Palamito”


Campionati Europeo e Italiano 2011 di pesca con bolentino - Invito alla presentazione delle squadre presso la sala della Provincia della Spezia il 07/05/2011 ore 11.00.




1. Si comunica che il 07/05/2011 alle ore 11.00 nella sala della provincia di La Spezia alla presenza del Presidente Marino Fiasella e dell’Assessore allo sport Giuseppe Gabriele si svolgerà la presentazione ai media locali delle squadre del “Palamito” che parteciperanno al Campionato Europeo di pesca con bolentino in Croazia dal 15 al 20 Maggio (partecipazione di diritto in quanto vincitrice del Campionato Italiano 2010 che, come noto, si è svolto dal 17 al 20 giugno 2010, per la prima volta, nelle acque del nostro Golfo) e al Campionato Italiano che si svolgerà ad Agrigento il 18/06/2011.



2. Per quanto sopra questa A.S.D. Il Palamito è lieta di invitare la S.V. alla presentazione. Al termine sarà distribuito ai presenti un piccolo gadget ricordo.



La Spezia, 20/04/2011.


Il Presidente
Michele COMPARETTI

giovedì 31 marzo 2011

Comunicazione al ministero delle Politiche agricole
Non è necessaria una "licenza" per potersi cimentare in questa attività, ma serve aver effettuato una comunicazione al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Si tratta di una rilevazione statistica che, seppure necessaria, nulla ha a che vedere con una 'licenza'. In base al numero di pescatori sportivi e alle quantità massime di pescato giornaliero, poi sarà stilato un conteggio di massima".

Il mio pensiero in merito e' che, se servisse a garantire controlli piu' severi con relative sanzioni a tutti coloro che non rispettano le regole, accetterei anche una proposta di una licenza vera e propria, come avviene per le acque interne...Ritengo scandaloso che alcuni pescatori ( nel nostro golfo ce ne sono tanti, anche autorizzati....vedi cianciola ) continuino ad effettuare mattanze di orate e branzini ,anche sotto misura, senza che nessuno controlli il pescato .....inoltre e' scandaloso vedere tonnellate di orate salpate nel periodo della riproduzione ....Si.... sostengo una campagna contro questi scandali incontrollati, contro il mancato rispetto delle FAMOSE regole dei 5kg e delle misure minime che passano troppe volte innosservate....Il rispetto per il mare, che ogni volta ci regala giornate indimenticabili e catture esaltanti, deve essere alla base di tutti, anche di coloro che si ritengono pescatori ed invece risultano essere soltanto dei bracconieri
Francesco Canepa

mercoledì 30 marzo 2011


Inchiku In Sicilia di Nicola Riolo



Non è semplice racchiudere in poche righe l’efficacia della tecnica dell’inchiku in acque pescose come quelle del canale di Sicilia..proverò comunque a rischio di sembrare troppo breve.


Girando in lungo e in largo le coste siciliane, le sue isole minori, fino alle coste tunisine per il lavoro dell’
Enciclopedia dei Waypoints Siciliani Sommersi e per testare le attrezzature che creo in collaborazione con Olympus, non potevo che rendermi conto di quanto gli immensi spazi del canale di Sicilia, potessero essere ricchi di scogli e relitti…e pesci!


Sugli Hot Spot più pescosi che ho annotato nel mio libro..e che tra poco saranno a disposizione dei “pochi gelosi custodi” cui è destinato questo lavoro, ce ne sono parecchi sui quali ogni tecnica light e non si esalta al massimo delle proprie potenzialità. Pur ritenendo che il Vertical Jigging sulle ricciole sia una tecnica insuperabile..non me ne vogliano gli appassionati di traina col vivo..sugli spot tipici da grandi sparidi come dentici, pagri e corazzieri, l’inchiku offre sempre la possibilità di catture eccezionali!

Il mese di aprile che ormai è alle porte..offre a tutti gli appassionati della tecnica le catture degli esemplari più grandi.

In questo periodo infatti i grandi sparidi diventano particolarmente territoriali e scacciano dal proprio territorio ogni intruso indesiderato.

Le mille sfaccettature della tecnica e delle varie esche e strategie utilizzabili sono ben spiegate nel mio libro appena pubblicato “Tutti i Segreti dell’Inchiku”, ma quando si parla della tarda primavera..ogni movimento e ogni tentativo sia pure apparentemente goffo su spot di pregio, può trasformarsi nella magia di uno strike poderoso!!!


Dalle nostre parti il pomeriggio..dopo le cinque nel mese di aprile..è il momento più adatto alle catture dei dentici e dei pagri più grandi..ed il fondale cui normalmente i pescioni si avvicinano prima dell’arrivo della sera è quello del confine delle secche o delle cadute batimetriche che dalla roccia raggiungono il confine con la sabbia..


Le batimetriche ideali ovviamente variano a seconda delle varie zone nelle quali si pesca e delle varie opzioni di cui si dispone..ma se devo dare una indicazione di massima, direi che la quota compresa tra i 40 e i 60 mt, in questa fase resta quella da preferire!

Per la cronaca i grandi dentici li ho pescati fino a 130 mt ed i grandi corazzieri fino a 150..ma la tecnica dell’inchiku, soprattutto in questa stagione e agli orari di cui sopra, si esalta alle quote intermedie di cui sopra.


Personalmente utilizzo esclusivamente attrezzature create in collaborazione con Olympus e la mia canna preferita è la
Active Jigging, concepita ad ok per le discipline light come l’inchiku dove l’amo standard montato sul doppio assist è sottile per una penetrazione anche in ridotte porzioni di labbro del pesce e dunque non può essere sollecitato da un’azione di canna trpp rigida! Per quanto riguarda il mulinello la scelta può ricadere tanto su modelli rotanti, quanto su modelli a bobina fissa. Anche se i più esperti preferiscono il “rotantino” per un’azione di pesca più corretta, posso assicurarvi che personalmente utilizzo indifferentemente l’uno o l’altro modello. Dunque in questo caso specifico, prima di affrontare questa spesa, il mio consiglio è quello di testare le attrezzature dei propri compagni di pesca e verificare le proprie attitudini e le proprie convinzioni con entrambi i modelli..solo quando ci sentiremo più sicuri sulla pratica della tecnica e dei motivi che spingono a preferire l’uno piuttosto che l’altro modello, potremo allora spendere inostri soldi con maggiori possibilità di successo!


In quest’ottica, un accorgimento utile può essere quello di aprire repentinamente qualche chilo di frizione subito dopo lo strike, in modo da poter combattere anche un pesce di taglia con il minimo rischio di apertura o rottura degli ami..spero di avervi trasmesso con queste brevi tracce..un anticipo di primavera e delle catture che questo periodo più di ogni altro periodo..sà offrire ad esperti e principianti.



Nicola Riolo





martedì 1 marzo 2011


Contiamoci!

Era nell’aria da tempo, se n'è discusso molto e i pareri come spesso accade erano e sono assai diversi tra loro, fatto è che ci siamo! E’ scattata l’ora del censimento, una sorta di permesso,di registrazione, che tutti coloro che intendono svolgere la pesca sportiva in mare devono fare,quale che sia la tecnica praticata e il luogo dove si intende esercitarla. Il Decreto ministeriale,approvato il 6 dicembre, prevedeva 90 giorni per diventare effettivo è quindi nei prossimi giorni che entrerà in vigore a tutti gli effetti. In sostanza, una sorta di licenza di pesca, per ora assolutamente gratuita, che può essere interpretata in vari modi e alla quale si possono attribuire molteplici valori e scopi. Sicuramente, però, al di là di come ognuno di noi la pensi, una cosa è certa, questo censimento, come del resto si intuisce dalla parola stessa, servirà a contarci e finalmente sapremo, anche se occorrerà del tempo, quanti effettivamente siamo, a quanto ammonta il popolo dei pescasportivi, giovani ed anziani, che ogni giorno affollano le coste del nostro Paese o navigano intorno ad esse, dai litorali del nord all’estremo lembo del sud della nostra penisola. Un’operazione che, se effettuata con cura e senza doppi fini, potrà col tempo consentirci di contare di più sotto ogni profilo, sia sul piano locale che nazionale, e il tutto potrebbe trasformarsi in un beneficio economico per tutto il settore. Come potete notare, però, ho usato il condizionale: nutro, infatti, e siamo in tanti ad avere gli stessi dubbi, molte perplessità sulla bontà dell’operazione, ma più che altro sulle vere finalità del provvedimento, e la forte preoccupazione che questo iniziale censimento si trasformi con il tempo in una reale licenza di pesca, magari onerosa sotto il profilo economico, un’evenienza che sicuramente penalizzerebbe molti giovani pescasportivi, magari occasionali o stagionali, che potrebbero rinunciare così alla loro passione, un po’ com'è successo per la caccia, anche con modalità e per ragioni diverse, e in parte nella la pesca in acque dolci. Detto questo, nella pratica il nuovo decreto prevede che chiunque intenda praticare una qualsiasi attività ricreativa di pesca sportiva in mare debba compilare una scheda relativa al censimento e riceverà così un’autorizzazione, ripeto assolutamente gratuita, che dovrà essere esibita ogni qual volta ci venga richiesta durante un normale controllo. Al momento non so dirvi quali saranno tutti gli eventuali organi preposti a ritirare tale scheda e rilasciare il relativo permesso, ma sicuramente sarà possibile registrasi direttamente su internet tramite il sito del ministero delle Politiche Agricole, la Fipsas garantirà questo servizio, le capitanerie di porto e presumibilmente i negozi specializzati. Insomma, sarà compito di tutti gli addetti ai lavori facilitare e garantire questo servizio affinché tutti possano effettuare questa semplice ma necessaria operazione. Infine, per dovere di informazione, è bene ricordare che al momento non è prevista nessuna sanzione nel caso uno venga colto senza il regolare permesso, ma l’obbligo di registrazione entro e non oltre i 10 giorni dalla contestazione. Concludo dicendo che da parte mia e della rivista ci sarà il massimo impegno a mantenere informati tutti i nostri lettori su questo problema, aggiornandovi sulle eventuali modifiche e i prevedibili cambiamenti che sicuramente avverranno nei prossimi mesi e che riguarderanno l’effettiva applicazione del decreto.

Alfonso Vastano

giovedì 10 febbraio 2011

Per la pesca sportiva non serve la licenza, ma è necessaria una comunicazione al ministero

La Spezia. In merito alla notizia pubblicata sulle pagine di CDS martedì 8 febbraio per quanto riguarda la documentazione necessaria per praticare la pesca sportiva, è necessario fornire alcune precisazioni.
Non è necessaria una "licenza" per potersi cimentare in questa attività, ma serve aver effettuato una comunicazione al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
"Questa novità - spiega il comandante della Capitaneria di porto Lorenzo Cantore - risponde ad una esigenza imposta da un regolamento europeo, per la rilevazione delle quantità di pescato derivante dalla pesca sportiva e ricreativa. Si tratta di una rilevazione statistica che, seppure necessaria, nulla ha a che vedere con una 'licenza'. In base al numero di pescatori sportivi e alle quantità massime di pescato giornaliero, poi sarà stilato un conteggio di massima".
Per presentare la comunicazione l'interessato si può rivolgere alle associazioni del settore, alla Capitaneria di porto della Spezia oppure online sul sito www.politicheagricole.gov.it.
TRATTO DA CITTADELLASPEZIA.COM

martedì 1 febbraio 2011


Le prede che si insidiano trainando nel bacino Mediterraneo sono pesci di tutto rispetto quindi è necessario che l’attrezzatura ed in particolare il mulinello sia di prim’ordine.

Rotante da traina

di Maurizio Pastacaldi

“Preliminari”

I mulinelli impiegati nella traina mediterranea sono nella maggior parte dei casi “rotanti” nelle misure 12, 20 e 30 libbre dove l’elemento determinante per il successo è sicuramente una frizione con i controfiocchi!!

Ultimamente, con l’avvento nel mondo alieutico del multifibra (trecciato, spectra, dynema) è sorta l’esigenza di produrre strumenti di recupero potenti, veloci e particolarmente leggeri.

Come tutti siamo a conoscenza, il multifibra, oltre ad essere di una rigidità unica per poter meglio avvertire le abboccate, ha la caratteristica di possedere carichi di rottura elevati con un diametro ridotto di costruzione rispetto ad un classico nylon da bobina. L’esempio pratico è presto fatto: un monofilo da 50 libbre di solito ha un diametro attorno allo 0,70 e un multifibra di ultima generazione con lo stesso carico di rottura ha invece un diametro lineare dello 0,33. In poche parole con un minimo ingombro si riesce così a riempire con centinaia e centinaia di metri la bobina di qualunque mulinello rotante in commercio. Ecco quindi l’esigenza di avere a bordo rotanti piccoli ma equipaggiati di un rapporto di recupero veloce con una frizione potente ed adeguata ai carichi elevati di rottura dei multifibra.

E’ bene anche far presente che non è oro tutto quello che luccica e quindi per avere il massimo della qualità, della resistenza e dell’uniformità nel diametro bisogna imbobinare solo trecciato realizzato unicamente con fibra pura al 100%. Non tanto per la resistenza bensì per la scorrevolezza e l’impermeabilità si consiglia di usare solo quei multifibra specifici da rotante.

“La frizione di un rotante”

Con frizione si intende il sistema di frenatura della lenza in uscita. Nei mulinelli rotanti dell’ultima generazione è possibile attivarla tramite una leva installata nella parte destra del corpo. Chiudendo millimetricamente la leva, si regola lo spingi molla che comprime disco della frizione sulla bobina, aumentando così l’attrito e di conseguenza l’adatta forza frenante per l’esigenza del momento.

La preselezione della frizione ha tre posizioni: “ free”; in questa posizione si libera il disco, quindi la fuoriuscita non frenata della lenza madre dal mulinello. Posizione di “Strike” come ci suggerisce la parola anglosassone, si preseleziona nel momento dell’abboccata e durante il combattimento. “Full” è la chiusura completa della leva per avere la massima frenatura.

La regolazione della frizione, è una mossa fondamentale per il combattimento, sempre che sia effettuata con attrezzatura in buono stato e soprattutto con lenza in bobina non usurata.E’ un’operazione che si deve eseguire sempre tramite un dinamometro.

In parole povere, posizionando la leva su “strike” e tirando tramite il dinamometro la lenza in bobina la frizione del mulinello dovrà iniziare a slittare a circa il 25% del carico di rottura dichiarato. Per raggiungere il giusto compromesso carico di rottura/regolazione millimetrica, conviene agire sulla leva “preset”.

Per capire come agire sul “preset” ecco un esempio pratico: con lenza in bobina da 30

libbre, lo strike va impostato a circa 4 chilogrammi quindi, canna in cintura, lenza madre legata al dinamometro e tirare progressivamente fino al limite dello slittamento al carico stabilito.

La tecnologia, l’uso di materiali innovativi ed in particolare la richiesta di mercato ha portato le ditte produttrici di mulinelli ad adottare dischi frizione veramente potenti e funzionali. E’ bene ricordare che le prime frizioni che venivano montate sui rotanti erano realizzate in sughero; poi col passare del tempo, la ricerca di potenza ed in special modo di scorrevolezza a portato ad usare dischi speciali in materiale composito come carbonio e kevlar. Ultimamente, abbiamo saputo che alcune aziende italiane produttrici di rotanti per aumentare ancor di più la forza frenante hanno adottato nei modelli 2011, prendendo spunto dalla moto GP, due dischi di carbonio accoppiati uno sopra all’altro e schermati…

Sicuramente è e sarà il massimo risultato di potenza senza compromettere la tenuta ed il riscaldamento nello sfregamento durante lo strike.

Ultimamente, per finire nell’argomento novità, sono stati immessi sul mercato rotanti con leva frizione e manovella a sinistra; una ottima soluzione per poter accontentare anche tutti quei pescatori sportivi che desiderano imbracciare la canna con la mano destra.

“La manutenzione”

Alla base di un buon funzionamento di un mulinello rotante è un’accurata manutenzione. Dopo ogni battuta di pesca si consiglia di risciacquare i mulinelli e di conseguenza le canne ed i passanti con acqua dolce. Mai con un getto diretto perché la pressione con il tempo aiuta la penetrazione di sale nei meccanismi aumentando così i rischi di grippaggio ed ossidazione. Dopo questo intervento, conviene asciugare il tutto con una pelle sintetica. Per quanto riguarda la lubrificazione, dobbiamo fare attenzione ad usare solo materiale specifico. Saltuariamente dobbiamo pulire ed ingrassare le parti interne, mentre esternamente merita ogni tanto irrorare con del silicone spray in modo di formare sopra alla scocca una piccola patina lubrificante e protettiva. Per chiunque decida di fare da solo la manutenzione..Diffidate da chiunque vi consigli di ingrassare i dischi della frizione, anche con prodotti specifici, perché non riavrete mai più calibrazione modulare come preselezionata dalla casa madre.

DIDA

Dscn 2610: Anche un piccolo mulinello può avere una frizione potente e modulare.

Dscn 3474: Questo rotante è dotato della doppia velocità pomello nero inserito nell’asse centrale della manovella; ottima soluzione per combattimenti con prede impegnative….specialmente quando stazionano sul fondo. Possiamo notare la leva frizione con il pomello “preset” cromato. Il bottone sottostante con levetta è il cicalino della frizione che ci avverte in caso d’abboccata.